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Giurisprudenza commentata |
Ricorso per la dichiarazione di fallimento in proprio e patrocinio del difensore
Tribunale di Busto Arsizio
Il ricorso per istanza di fallimento in proprio presentato senza l’assistenza di un difensore deve essere dichiarato inammissibile, in quanto il legislatore non ha espressamente indicato nel novellato art. 6 l. fall. che il ricorso per fallimento in proprio può essere sottoscritto anche personalmente dalla parte, ed altresì poiché il rispetto della legalità e del diritto di difesa non consente di ipotizzare nella fattispecie in esame una deroga al principio generale di cui all’art. 82 c.p.c.
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Decreto ingiuntivo e legittimazione passiva nel concordato preventivo con cessione di beni
Tribunale di Vercelli
Alla luce dell’art. 649 c.p.c., nell’instaurato giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo va sospesa ’esecuzione provvisoria del decreto opposto da una società in concordato preventivo con cessione di beni, previa integrazione del contraddittorio nei confronti del liquidatore giudiziale, essendo stato il decreto ingiuntivo emesso esclusivamente nei confronti della società debitrice in persona del legale rappresentante.
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Limiti e modalità di esercizio della restituzione semplificata ex art. 87-bis l. fall.
Tribunale di Lucca
La facoltà di richiedere la restituzione dei beni, avvalendosi della procedura semplificata introdotta con l’art. 87-bis l. fall., non può essere esercitata allorquando essi sono stati inclusi nell’inventario ed acquisiti alla massa attiva fallimentare. Il consenso del curatore si configura quale elemento costitutivo della fattispecie, in assenza del quale è precluso al giudice delegato l’accoglimento dell’istanza. Qualora i beni del terzo non siano stati inventariati, l’unico limite alla presentazione dell’istanza ex art. 87 l. fall. è rappresentato dalla intervenuta vendita degli stessi.
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Distrazione e/o distruzione dell’avviamento commerciale
Cass. Pen.
In tema di bancarotta patrimoniale (art. 216 l. fall.), non può configurarsi la distrazione dell’avviamento commerciale dell’impresa fallita se, contestualmente, non siano stati oggetto di disposizione i beni aziendali che lo incorporano; tuttavia, pur in mancanza di atti di disposizione del patrimonio del fallito, l’avviamento commerciale può costituire di per sé stesso l’oggetto materiale della bancarotta per distruzione, e ciò nel caso d’intenzionale dispersione dello stesso da parte dell’imprenditore. (massima)
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Il giudizio di responsabilità dei sindaci di società fallita e le prove raccolte nel procedimento penale
Cass. Civ.
Il giudice, in mancanza di un divieto di legge, può utilizzare prove raccolte in altro giudizio fra le stesse o altre parti. Può anche avvalersi di una consulenza tecnica o di una perizia purché gli accertamenti siano espletati nel contraddtitorio delle parti.
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I provvedimenti cautelari o conservativi disposti in corso d’istruttoria prefallimentare
Tribunale di Nocera Inferiore
Poiché il legislatore della novella ha attribuito al ricorrente per la dichiarazione di fallimento la facoltà di richiedere al tribunale fallimentare l’adozione di provvedimenti cautelari o conservativi a tutela del patrimonio o dell’impresa con efficacia limitata alla durata dell’istruttoria prefallimentare, vanno escluse da tale novero le domande volte a conseguire utilità non direttamente connesse agli effetti della dichiarazione di fallimento, come la proposizione di un rimedio cautelare per anticipare gli effetti di un’eventuale azione revocatoria fallimentare per pagamenti con mezzi anormali.
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Atti esenti da revocatoria in quanto effettuati nell’esercizio dell’attività di impresa nei termini d’uso
Tribunale di Busto Arsizio
E' preferibile l'interpretazione dell’art. 67, comma 3, lett. a) l. fall. per cui non sono revocabili i pagamenti relativi all'acquisizione di beni o servizi che sono necessari ad una conduzione normale, ovvero usuale dell'azienda; i “termini d'uso” vanno riferiti, nella costruzione sintattica del testo normativo e in conformità alla ratio legis, alle modalità di conduzione dell'impresa e non alle modalità dei pagamenti delle forniture.
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Azione di responsabilità ex art. 146 l. fall. e revoca del sequestro conservativo: il giudizio d'impugnazione
Tribunale di S.M. Capua Vetere
Tribunale di S.M. Capua Vetere
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in composizione monocratica, nell’ambito di un giudizio promosso da una curatela fallimentare nei confronti degli amministratori e dei sindaci per l’accertamento dei danni determinati ad una s.r.l. ed ai suoi creditori sociali ex art. 146 l. fall., con ordinanza del 2 agosto 2012 aveva concesso un sequestro conservativo fino a dieci milioni di euro circa, ritenendo sussistere, quantomeno sulla base di una valutazione sommaria tipica dei procedimenti cautelari, la responsabilità degli amministratori per atti specifici di mala gestio e per esser stata ritardata la presentazione dell’istanza di fallimento in proprio con aggravamento del dissesto. E’ stata altresì ritenuta sussistere la responsabilità dei sindaci per l’omesso controllo sull’operato dell’organo gestorio.
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Fallimento della holding società di fatto sulla base di crediti risarcitori per abusiva attività di direzione e coordinamento
Tribunale di Venezia
L’attività di holding è attività di impresa e, nel caso in cui sia svolta da più persone fisiche, si crea tra loro una società di fatto, soggetta a fallimento in caso di insolvenza.
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Concordato preventivo: uso distorto dello strumento di composizione della crisi d’impresa
Tribunale di Messina
La presentazione della domanda di concordato in bianco, cui si riconnette l’implicita rinuncia alla domanda di concordato preventivo precedentemente depositata, costituisce un abuso del diritto al ricorso alla composizione negoziale della crisi in quanto volta ad evitare l’ineluttabile conseguenza del mancato raggiungimento delle maggioranze nella procedura concordataria e, comunque, l’emissione della sentenza dichiarativa di fallimento, con conseguente ingiustificato pregiudizio del diritto del creditore istante, titolare a sua volta di un interesse giuridicamente tutelato alla declaratoria di fallimento in assenza delle condizioni di ammissibilità del concordato originariamente proposto
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