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News su Bancarotta fraudolenta |
La c.d. bancarotta riparata esclude la responsabilità penale
Cass. Pen.
Con la sentenza n. 4790/2016, la Corte di Cassazione ribadisce che la responsabilità penale per il reato di bancarotta per distrazione deve essere esclusa se il patrimonio dell’impresa viene reintegrato prima della pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento, in considerazione dell’idoneità di tale operazione ad eliminare il potenziale danno per le ragioni creditorie.
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Accertamento della bancarotta: l’ammissione al concordato equivale alla dichiarazione di fallimento
Cass. Pen.
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 50289/2015, depositata il 22 dicembre 2015, ha affermato che il decreto di ammissione al concordato preventivo è da ritenersi equiparabile alla sentenza di fallimento, e si deve fare riferimento alla data del decreto per valutare le eventuali restituzioni effettuate al fine di escludere la rilevanza penale delle condotte distrattive.
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Bancarotta: i pagamenti in nero costituiscono condotte di dissipazione
Cass. Pen.
In tema di reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e di bancarotta impropria da reato societario, la Corte di Cassazione, con sentenza n. 46465/2015, ha affermato che l’esposizione in bilancio di passività e crediti inesistenti, strumentale al mascheramento delle distrazioni, quale fatto costitutivo della bancarotta impropria, rientra a pieno titolo nell’esposizione di “fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero” tuttora punita dalla nuova normativa sul falso in bilancio, di cui alla l. n. 69/2015.
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Necessaria la prevedibilità delle operazioni dolose che cagionano il fallimento della società
Cass. Pen.
Le operazioni dolose integranti la fattispecie di cui all’art. 223, comma 2, n. 2, l. fall., possono anche essere tali da non determinare un immediato depauperamento della società, qualora la realizzazione delle operazioni stesse si accompagni alla prevedibilità del dissesto come effetto della condotta antidoverosa, nel prevedibile caso di accertamento dei reati.
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Le dichiarazioni rilasciate al curatore dal coimputato contumace valgono come prove contro il fallito
Cass. Pen.
Sono utilizzabili, quale prova a carico dell’imputato, le testimonianze indirette del curatore fallimentare sulle dichiarazioni accusatorie a lui rese da un coimputato rimasto contumace e poi trasfuse nella relazione di cui all’art. 33 l. fall. Il principio è stato ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 38453 depositata il 22 settembre 2015.
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Niente bancarotta se i beni distratti non appartengono al fallito
Cass. Pen.
Il ricorso posto all’esame dei giudici della V sezione penale della Corte di Cassazione origina da una condanna, confermata in sede di appello, emessa nei confronti dell’amministratore di fatto di una s.r.l. per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.
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Dichiarazione di fallimento e procedimento penale per bancarotta: conflitti di competenza
Cass. Pen.
La competenza per territorio in sede penale è determinata dal luogo in cui il reato è consumato, e poiché la dichiarazione di fallimento è elemento costitutivo del reato di bancarotta, non una condizione obiettiva di punibilità, il reato si perfeziona in tutti i suoi elementi costitutivi quando il soggetto sia dichiarato fallito. Lo ha affermato la Cassazione Penale, con la sentenza n. 876 depositata il 12 gennaio.
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Bancarotta riparata: la restituzione dei beni distratti “annulla” il reato solo se avviene prima della dichiarazione di fallimento
Cass. Pen.
La c.d. bancarotta riparata si configura, determinando l’insussistenza dell’elemento materiale del reato, quando la sottrazione o distrazione dei beni venga annullata da un’attività di segno contrario, che reintegri il patrimonio dell’impresa prima della soglia cronologica costituita dalla dichiarazione di fallimento, così annullando il pregiudizio per i creditori. È il principio ribadito dalla Cassazione Penale, nella sentenza n. 52077 depositata lo scorso 15 dicembre.
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La pena accessoria è stabilita in misura fissa e inderogabile: l’inabilitazione dura sempre dieci anni
Cass. Pen.
In tema di bancarotta fraudolenta, la pena accessoria dell’inabilitazione dall’esercizio di un’impresa commerciale e dell’incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa, ha la durata fissa e inderogabile di dieci anni. È questo il principio espresso dalla V Sezione Penale della Corte di Cassazione, nella sentenza n. 51095 depositata il 9 dicembre.
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Dissesto San Raffaele. La bancarotta è reato di condotta e non richiede il dolo dell’extraneus
Cass. Pen.
Depositata il 21 luglio scorso la sentenza emessa dalla V sezione penale della Cassazione in merito alla nota vicenda giudiziaria riferita alla Fondazione San Raffaele che ha condotto, in questo specifico caso, alla condanna di un imputato nella veste di concorrente estraneo per aver ricevuto disponibilità finanziarie, distratte o dissipate dalla Fondazione poi ammessa a concordato preventivo, in concorso con soggetti estranei e interni all’ente.
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