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Casi e sentenze |
Concordato: il Tribunale competente è quello del luogo in cui l’impresa ha collocato l’effettivo centro di interessi
TRIBUNALE DI ROMA
La sede principale dell’impresa, rilevante ai fini della competenza in materia di concordato preventivo, si presume coincidente con la sede legale; tuttavia, quando dalla documentazione prodotta le risultanze in punto di competenza non siano univoche, spetta al giudice verificare, sulla base dei concreti elementi a sua disposizione, il luogo in cui l’impresa abbia collocato il proprio centro d’interessi principali, da intendersi come il luogo in cui è situato, in modo riconoscibile per i terzi, il centro direttivo e amministrativo degli affari d’impresa e in cui vengono assunte le decisioni imprenditoriali.
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Procedura pre fallimentare e abuso dello strumento concordatario
TRIBUNALE DI NOCERA INF.
Si configura un abuso dello strumento concordatario quando il debitore ricorre al concordato preventivo per perseguire finalità diverse da quelle per cui l’istituto è previsto, cioè al solo scopo di evitare una dichiarazione di fallimento e le conseguenze che ne derivano in particolar modo quelle penalistiche.
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Esclusione dalla revocatoria ex art. 67 lett. d) l. fall. per gli atti compiuti in relazione ad un piano di risanamento attestato
TRIBUNALE DI ROMA
L’atto in astratto revocabile non è di per sé illecito anche se viola norme inderogabili a tutela dei diritti dei creditori e non può essere perciò impugnato per nullità.
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Revoca del concordato ex art. 173 – Fattibilità giuridica – Valutazioni del commissario giudiziale
TRIBUNALE DI CUNEO
Il commissario giudiziale è organo della procedura di concordato preventivo e legittimato a segnalare al Tribunale l’eventuale sussistenza di fattispecie rilevanti ai sensi dell’art. 173 l. fall., ma non essendo portatore di alcun interesse giuridico proprio che lo legittimi ad assumere conclusioni e formulare istanze, la sua costituzione in giudizio, nel procedimento per la revoca dell’ammissione al concordato, non è necessaria né prevista dalla legge.
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Contratti pendenti nel concordato preventivo con riserva: esclusione dello scioglimento e ammissibilità della sospensione
TRIBUNALE DI VICENZA
La norma di cui all’art. 169-bis l. fall. si applica al preconcordato solo per la parte in cui prevede la sospensione dei contratti pendenti, che non ha effetti definitivi.
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Inammissibilità della prededuzione dei professionisti presentatori della domanda di concordato
TRIBUNALE DI PADOVA
Non appare ammissibile la prededuzione prevista dalla proposta concordataria del credito del professionista funzionale al deposito della domanda ex art. 111, comma 2, l. fall,. dal momento che tali crediti (nel caso di specie il credito dell’advisor, del legale, dell’attestatore e del perito immobiliare di parte) non sembrano rientrare in alcuna delle ipotesi previste dall’art. 182 quater l. fall., nel testo attualmente vigente, in tema di prededucibilità dei crediti nel concordato preventivo, là ove la prededuzione prevista dall’art. 111, comma 2, l. fall.. attiene alla disciplina applicabile nell’ambito del procedimento fallimentare.
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Concordato con riserva e sospensione feriale dei termini
TRIBUNALE DI TRENTO
Il termine concesso ex art. 161, comma 6, l. fall., ha natura processuale ed è, pertanto, soggetto alla sospensione feriale dei termini ex art. 1 l. n. 742/1969.
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Concordato preventivo: omologazione e criteri di formazione delle classi
TRIBUNALE DI VICENZA
I criteri di formazione delle classi devono riguardare i caratteri oggettivi (o soggettivi) dei creditori, come tali considerati, e non possono invece trovare la loro fonte in un comportamento soggettivo del debitore, quale può essere l’aver contestato i crediti (classe dei crediti in contenzioso), che si risolverebbe in una scelta soggettiva ed arbitraria del debitore, estranea ad un canone di vicinanza oggettiva tra i creditori.
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Intangibilità dell’Iva nel concordato preventivo, anche senza transazione fiscale
TRIBUNALE DI MONZA
La previsione dell’intangibilità dell’Iva, contenuta al comma 1 dell’art. 182-ter l. fall., non ha natura processuale e non deve quindi essere considerata come riferita allo specifico procedimento di transazione fiscale.
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Revocatoria fallimentare e pagamento di beni e servizi nell’esercizio dell’attività d’impresa
TRIBUNALE DI MILANO
La ratio della non operatività della revocatoria fallimentare, in caso di pagamenti di beni e servizi effettuati nell’esercizio dell’attività d’impresa nei termini d’uso, deve rinvenirsi nella volontà di favorire una continuazione dell’attività aziendale nonostante l’insolvenza dell’impresa, così da rendere possibile il superamento della crisi o comunque l’adozione di soluzioni alternative alla procedura fallimentare.
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