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Casi e sentenze |
La datio in solutum tramite cessione pro solvendo del credito non è atto estintivo del debito pecuniario e non è soggetta a revocatoria fallimentare
TRIBUNALE DI S.M. CAPUA VETERE
La cessione del credito pro solvendo, in luogo del’adempimento, con il quale l’imprenditore-debitore trasferisce la titolarità di un proprio credito al creditore cessionario, non estingue immediatamente la pretesa originaria del creditore. Il contratto, pertanto, non può qualificarsi come atto estintivo di un debito pecuniario e non è soggetto ad azione revocatoria fallimentare ex art. 67, comma 1, n. 2 l. fall.
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Concordato preventivo con riserva – Modifiche introdotte dal Decreto del Fare – Applicazione alle procedure pendenti
TRIBUNALE DI PAVIA
L'art. 161 l. fall., come modificato dall'art. 82 del c.d. Decreto del Fare (d.l. 69/2013), trova applicazione anche alle procedure pendenti nei seguenti termini:
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La nomina dell’ausiliario su richiesta di parte o d'ufficio nel preconcordato
TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA
Nel caso in cui la domanda di concordato con riserva, ex art. 161, comma 6, l. fall., contenga istanze di autorizzazione al compimento di atti di straordinaria amministrazione e/o relativi allo scioglimento o alla sospensione di contratti in corso di esecuzione, oppure dalla domanda medesima siano desumibili profili di complessità della procedura in ragione della prevista e dichiarata continuazione dell'attività di impresa, il Tribunale, su istanza del ricorrente, o motu proprio al fine assicurare una costante vigilanza sull'attività di impresa, può nominare un organo ausiliario ex art. 68 c.p.c., essendo tale nomina ammissibile in funzione delle informazioni da assumere ex art.161, comma 5, l. fall.
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Disciplina da applicare in caso di affitto d’azienda senza obbligo di cessione
TRIBUNALE DI PATTI
Non è configurabile un’ipotesi di concordato con continuità aziendale e, di conseguenza, non è applicabile la disciplina contenuta all’art. 186 bis l. fall. nel caso in cui l’imprenditore presenti domanda di concordato preventivo ad un soggetto, già affittuario della sua azienda senza che, in un dato termine, sia allo stesso tempo previsto un obbligo di acquisto della stessa.
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Accordi di ristrutturazione dei debiti: presupposti e pubblicità
TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Presupposto per poter ricorrere all’istituto degli accordi di ristrutturazione ex art. 182-bis l. fall. è, oltre ai requisiti di cui all’art. 1 l. fall. in capo all’imprenditore, lo stato di crisi, il quale deve essere considerato un quid diverso dallo stato di insolvenza, data anche la ratio sottesa all’istituto dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, che lo configura come un congegno giuridico atto a far risaltare immediatamente la situazione di difficoltà dell’impresa.
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Rapporti tra accordi di ristrutturazione e dichiarazione di fallimento
TRIBUNALE DI S.M. CAPUA VETERE
L'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti inidoneo, ab origine ovvero per l’impatto di fatti sopravvenuti, a realizzare la propria funzione, permanendo lo stato d’insolvenza dell’imprenditore ovvero manifestandosi una nuova situazione di impotenza economica, non preclude al tribunale di pronunciare la sentenza dichiarativa di fallimento, né processualmente è necessario procedere alla previa risoluzione dello stesso accordo (nel caso di specie la domanda di dichiarazione di fallimento è stata presentata da alcuni creditori rimasti estranei all'accordo).
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Liquidazione della casa di proprietà del fallito
TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA
La disposizione di cui all’art. 47, comma 2, l. fall., secondo la quale “la casa di proprietà del fallito, nei limiti in cui è necessaria all’abitazione di lui e della sua famiglia, non può essere distratta da tale uso fino alla liquidazione delle attività”, non è da intendersi nel senso che l’immobile destinato ad abitazione del fallito possa essere distratto solo a conclusione della fase di liquidazione.
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La valutazione del tribunale sulla proposta di concordato
TRIBUNALE DI S.M. CAPUA VETERE
Il sindacato del Tribunale sulla fattibilità del piano deve essere volto alla verifica della fattibilità giuridica della proposta, da intendersi come idoneità della stessa ad essere realizzata.
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Concordato con riserva – sospensione feriale dei termini
TRIBUNALE DI PERUGIA
Il termine di cui all’art. 161, comma 6, l. fall. non ha natura processuale e ad esso non è applicabile la disciplina della sospensione feriale dei termini.
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Fallimento - Rapporti pendenti (effetti del fallimento sui rapporti giuridici preesistenti)
TRIBUNALE DI SALERNO
L’art. 72, comma 5, l. fall. va interpretato nel senso che le azioni di risoluzione quesite prima dell'apertura del concorso restano assegnate al giudice ordinario e sottoposte al rito del giudizio di cognizione, con opponibilità della sentenza alla massa (proprio in quanto già pendenti), anche quando il contraente voglia ottenere il risarcimento o le restituzioni, che però andranno sempre richieste nella verifica del passivo.
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