Focus

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Strumenti di soluzione della crisi di impresa, ruolo dell'attestatore e profili penali

17 Luglio 2012 | di Marco Gianoglio

Responsabilità dell’esperto

L'istituto del concordato preventivo ha subito negli ultimi anni profonde modifiche e ad esso sono state affiancate, per mezzo della riforma della legge fallimentare, nuove fattispecie di soluzioni concordate della crisi d'impresa: il piano di risanamento, ex art. 67 comma 3, l. fall., e l'accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l. fall. Gli interventi normativi, nel complesso, sono fondati sulla valorizzazione del ruolo dell'autonomia negoziale. Di conseguenza, appare sempre più rilevante la funzione di attestazione di ragionevolezza e di attuabilità del piano o dell'accordo. L'Autore analizza, quindi, il ruolo del professionista attestatore, esaminando il contenuto della sua relazione e affronta, infine, i profili penali nell'ambito delle procedure di composizione della crisi.

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Affitto e trasferimento d'azienda e di ramo d'azienda dell'impresa in crisi: profili giuslavoristici

09 Luglio 2012 | di Alessandro Valentini, Marco Badellino

Affitto d’azienda nelle procedure concorsuali

A seguito della riforma fallimentare risulta potenziato il concetto della “circolarità dell'azienda”, nel senso che si cerca sempre più di preservare l'unicità dell'azienda, o quanto meno i suoi rami autonomi, attraverso idonee vicende traslative che salvaguardino il più possibile il mantenimento dei posti di lavoro. Gli Autori, muovendo da una breve rassegna in tema di circolazione dell'azienda in crisi del panorama normativo previgente ed attuale, si soffermano, innanzitutto, brevemente sulla nozione di “azienda” nell'attuale ambito giuslavoristico, per poi analizzare le ipotesi di trasferimento dell'azienda e di ramo d'azienda; la nuova regolamentazione degli effetti della retrocessione dell'azienda o del ramo ceduto e, infine, l'applicazione dell'istituto dell'affitto d'azienda in relazione al concordato preventivo.

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Il trasferimento di azienda e il ruolo del notaio nella procedura fallimentare (II parte)

05 Luglio 2012 | di Alessandro Stefani

Cessione d'azienda

L'aspetto di più marcata innovazione della riforma fallimentare consiste nell'inserimento dell'attività liquidatoria in un quadro di riferimento complessivo volto a garantire la coerenza e l'unitarietà delle cessioni dei singoli beni, al fine di conservare l'integrità produttiva dell'impresa e di soddisfare al meglio le ragioni dei creditori concorsuali. In questo contesto si collocano l'introduzione del programma di liquidazione previsto dall'art. 104-ter l. fall., nell'ambito del quale il curatore è chiamato ad individuare una strategia unitaria e razionale nella liquidazione del patrimonio fallimentare e, soprattutto, l'art. 105 l. fall., il quale attribuisce rilievo endofallimentare all'azienda come entità unitaria, inserendola nel sistema strutturale della procedura. Il “nuovo” art. 105 l. fall. completa un lungo percorso di interventi settoriali ed il risultato è un nuovo modello di liquidazione riallocativa dei valori aziendali nel quale il notaio si trova a svolgere un ruolo essenziale, sia per la necessità della forma autentica del negozio di trasferimento, senza l'osservanza della quale è preclusa l'iscrizione dell'atto nel registro delle imprese, sia per la delicata fase intercorrente tra aggiudicazione e purgazione dei gravami nel caso di complessi aziendali comprendenti beni immobili.

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Riflessioni sulla quantificazione del danno risarcibile nell'azione di responsabilità ex art. 146 l. fall.

02 Luglio 2012 | di Marco Mistò

Azioni di creditori e organi di procedure concorsuali verso amministratori

L'azione di responsabilità che la curatela può esercitare nei confronti degli organi sociali, ex art. 146 l. fall., ha posto una serie di problematiche in relazione alla quantificazione del danno risarcibile. L'Autore illustra le modalità e i criteri da seguire per la quantificazione del danno, sulla base degli orientamenti di dottrina e giurisprudenza.

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Il c.d. Decreto Sviluppo: primo commento sulle novità in materia concorsuale

26 Giugno 2012 | di Filippo Lamanna

Concordato preventivo: disciplina generale

Il d.l. 22 giugno 2012, n. 83, c.d. "Decreto Sviluppo" (G.U. 26/6/2012, n. 147, suppl. ord. n. 129), approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 15 giugno, contiene, tra le altre, alcune disposizioni che vanno a modificare la disciplina concorsuale. L'Autore si sofferma su tali norme, offrendo un primo sistematico commento di approfondimento, in particolare sulla revisione della legge fallimentare in materia di concordato preventivo e responsabilità del professionista attestatore, nonché sulle novità in materia di amministrazione straordinaria delle imprese e sulle modifiche alla legge Pinto, in tema di ragionevole durata dei processi.

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Appunti sulle misure cautelari penali ordinarie e fallimento

22 Giugno 2012 | di Arnaldo Falconi

Misure cautelari reali

L'entrata in vigore del D. Lgs. n. 159/2011 (Codice Antimafia) ha comportato una ridefinizione dei rapporti tra procedure concorsuali e misure di prevenzione. I profili oggettivo e soggettivo della novella normativa ne consentono, tuttavia, l'applicazione alle sole misure di prevenzione dei fenomeni di criminalità specifica e non anche a quelle adottate nell'ambito di procedimenti penali ordinari. Si esaminano i rapporti tra il fallimento e le misure cautelari c.d. ordinarie, quali il sequestro preventivo: c'è prevalenza, o coesistenza, tra misura cautelare e procedura concorsuale, oppure deve dichiararsi la recessività della prima rispetto alla seconda? L'Autore, inoltre, si sofferma sul ruolo dell'amministratore giudiziario di società sottoposta a sequestro preventivo e sugli effetti che i suoi atti producono nella dichiarazione di fallimento.

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Anticipazioni bancarie e concordato preventivo

19 Giugno 2012 | di Mariacarla Giorgetti

Contratti bancari

L'Autrice, prendendo spunto da due recenti pronunce, affronta la dibattuta questione della sorte dei contratti bancari di apertura di credito, in relazione alla domanda di concordato preventivo presentata dall'imprenditore cliente della Banca. Si sofferma, in particolare, sulle problematiche relative alla difficile coesistenza tra il principio della cristallizzazione del passivo e quello per cui i contratti pendenti trovano regolare esecuzione in corso di concordato; analizzando poi nel dettaglio i principi di diritto espressi sull'argomento dal tribunale di Bergamo nei due provvedimenti (n. 2606/2011 e n. 2765/2011).

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La sorte dei contratti d'appalto pendenti nel concordato preventivo: brevi note

05 Giugno 2012 | di Maurizio Irrera, Michele Vigna

Appalto

Nel concordato preventivo la concorsualità riguarda solo i contratti già perfezionati prima della data di accesso alla procedura, o quelli che abbiano già avuto piena esecuzione da una delle parti. Non sono soggetti alla disciplina concorsuale e devono considerarsi pendenti, invece, i rapporti giuridici ineseguiti, o di cui si debba completare l'esecuzione, da entrambi i contraenti. Al fine di determinare le sorti di un contratto d'appalto, dunque, è di fondamentale importanza stabilire quando esso possa considerarsi pendente e quando, invece, possa ritenersi esaurito al momento dell'apertura della procedura di concordato. Gli Autori esaminano le diverse ipotesi, distinguendo, in primo luogo, tra appalti pubblici e privati e, in secondo luogo, tra concordati che prevedono la prosecuzione dell'attività d'impresa e concordati con finalità meramente liquidatorie.

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Il parere del curatore nel concordato fallimentare

01 Giugno 2012 | di Carlo Bianco

Concordato fallimentare

In presenza di una proposta di concordato fallimentare, il Giudice Delegato deve richiedere il parere del curatore, ai sensi dell'art. 125 l. fall. Le valutazioni del curatore devono riguardare, nello specifico, la convenienza della proposta, in termini di maggior soddisfazione dei creditori, e la sua serietà e fattibilità, in termini di garanzie offerte per l'adempimento degli obblighi concordatari. L'Autore esamina una serie di casi pratici, esemplificando le attività di accertamento cui è tenuto il curatore, in presenza di diverse ipotesi di proposte concordatarie.

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Leasing nel fallimento: soddisfazione del concedente fuori dal concorso sostanziale e accertamento del credito nel concorso formale

25 Maggio 2012 | di Bruno Inzitari

Leasing

Il leasing costituisce uno dei contratti atipici più diffusi nella pratica commerciale, ma la sua disciplina è stata affidata, nel nostro ordinamento, agli interventi della dottrina e della giurisprudenza. Solo di recente, con il d. lgs. n. 5/2006 il legislatore è intervenuto a colmare un vuoto normativo, che si è fatto sentire in modo particolare con riferimento alle problematiche legate al fallimento e ai suoi effetti sui contratti pendenti. L'Autore affronta l'evoluzione della disciplina del leasing, a seguito dell'introduzione dell'art. 72-quater l. fall. che ha consentito un coordinamento con la materia fallimentare. In particolare, viene approfondita, anche alla luce delle più recenti pronunce di legittimità e di merito, la possibilità, riconosciuta al concedente, di soddisfarsi integralmente sul bene, previa ammissione al passivo del proprio credito.

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