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Giurisprudenza commentata |
Nuove pronunce, vecchie questioni e un orizzonte non ancora nitido: concordato preventivo e garanzie dei soci illimitatamente responsabili per i debiti sociali
Trib. PAdova
Il Tribunale di Padova, con la pronuncia in oggetto, risolve in modo sintetico ma corretto alcune questioni di contenuto strettamente concordatario, tra le quali spicca quella relativa agli effetti derivanti dall'omologa in capo al socio di società personale che abbia prestato fideiussione a favore di quest'ultima nei confronti di un suo creditore bancario.
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Questioni in tema di liquidazione del compenso degli ausiliari nelle procedure concorsuali
Cass. civ.
In tema di procedure concorsuali, il rinvio compiuto dall'art. 165, comma 2, l.fall. all'art. 39 della medesima legge – il cui comma 3 prevede che la liquidazione del compenso finale avvenga al termine della procedura – comporta che alla liquidazione del compenso invocato dal commissario giudiziale di un concordato preventivo ammesso, non giunto alla sua omologazione per il mancato raggiungimento delle necessarie maggioranze dei creditori ex art. 177 l.fall. e seguito da dichiarazione di fallimento della parte debitrice proponente la domanda concordataria, debba provvedere il tribunale, quale giudice del concordato predetto e non il giudice delegato del fallimento consecutivo.
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Insinuazione al passivo del credito per attività di consulenza: non va ammessa quando la prestazione è infruttuosa e il professionista ne è consapevole
Cass. civ.
Il compenso per una prestazione professionale inutile per gli scopi prefissati - ma che fosse ugualmente resa - non va riconosciuto in sede fallimentare: l'attività è infatti esercitata in violazione dei criteri di diligenza che implicano, tra l'altro, la corretta informazione al cliente e il dovere di astenersi per non aggravarne il dissesto.
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L'impervia (e sdrucciolevole) via per il riconoscimento dei compensi professionali nell'ambito delle procedure alternative
Trib. Alessandria
La sentenza in commento, anticipando una soluzione che appare coerente con un principio successivamente espresso dalle Sezioni Unite in una recente pronunzia, sancisce l'esclusione del diritto al compenso (per la verità, solo al saldo ulteriore da questi preteso rispetto a quanto già percepito) maturato a favore dei professionisti che avevano assistito l'impresa in crisi in una procedura di concordato preventivo conclusasi con la revoca dell'ammissione all'esito di un procedimento avviato ex art. 173 l.fall.
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Le Sezioni Unite stringono i cordoni della borsa sulla prededuzione del professionista nel concordato
Cass., sez. un.,
La vicenda portata all'esame delle Sezioni Unite nasce da un contrasto manifestatosi all'interno della sua I sezione civile nel gennaio dello scorso anno. Il tema centrale portato all'esame si incentra sul quesito se la prededuzione spetti o meno al professionista che abbia assistito chi propone il concordato, anche nel caso in cui alla domanda di ammissione – per qualsivoglia ragione – non abbia fatto seguito il decreto del tribunale ex art. 163 l.fall.
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Ammissibile l'esdebitazione del debitore incapiente indebitatosi a seguito di una grave malattia
Trib. Milano
E' ammissibile la dichiarazione di definitiva inesigibilità, ex art. 14 quaterdecies L. 3/2012, dei debiti contratti dal debitore incapiente, benché rappresentati da rilevanti debiti tributari dovuti ad una gestione disordinata delle proprie entrate, qualora l'impossibilità di adempiere alle obbligazioni contratte nasca da una sopravvenuta grave malattia che, compromettendo le sue condizioni di salute, abbia ridotto sensibilmente la sua capacità lavorativa, determinando una modificazione a lui non imputabile della capacità patrimoniale che, al momento dell'indebitamento, avrebbe invece consentito il rientro dall'esposizione debitoria.
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Composizione negoziata della crisi: misure protettive
Crisi d'impresa e insolvenzaUna prima ricognizione delle pronunce emesse dai Tribunali in materia di misure protettive nella composizione negoziata della crisi d'impresa, nonché delle questioni di maggiore interesse ad oggi emerse nell'ambito del procedimento giudiziale di conferma delle misure protettive e di adozione di provvedimenti cautelari.
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Composizione negoziata e perimetro delle misure protettive del patrimonio
Trib. Padova
Quando le misure protettive vengono richieste dall'imprenditore in crisi in forma generale ed estesa, nell'ambito del procedimento di composizione negoziata, ritenuta l'assenza di controindicazioni da parte dell'esperto incaricato, esse vanno confermate dal Tribunale (erga omnes), perché altrimenti le trattative sarebbero inevitabilmente pregiudicate, se i creditori potessero agire individualmente in via esecutiva o potessero risolvere i contratti pendenti, precludendo così il piano di risanamento dell'impresa.
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Pagamenti spropositati al professionista e reato di bancarotta
Cass. civ.
Anche il pagamento da parte di società fallita di compensi spropositati ed ingiustificati ad un professionista può integrare il delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale ed in tal caso l'estraneità dell'atto alla ragionevolezza imprenditoriale, come indice di fraudolenza rilevante per la prova della distrazione, può discendere dalla manifesta incongruità del compenso previsto, allorquando, nel quadro degli elementi valorizzati dal giudice di merito, essa denunci il carattere pretestuoso e strumentale della copertura formale data alla concreta distrazione delle risorse.
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La sottile linea rossa tra continuità diretta, liquidazione, competitività obbligatoria e migliore soddisfazione dei creditori concordatari
Trib. Rimini
In tema di concordato preventivo in continuità aziendale, se fondato su di un contratto di management alberghiero, deve essere revocato il decreto di ammissione ai sensi dell'art. 163 qualora risulti che il regolamento negoziale partecipa delle caratteristiche proprie del contratto di affitto di azienda, non sia aperto alla competizione ai sensi dell'art. 163 bis l. fall., veda una prevalenza di flussi liquidativi a servizio del debito concordatario, a seguito della vendita con successiva retrocessione in locazione dell'immobile strumentale, manchi il rispetto della soglia minima di soddisfazione prevista dall'art. 160, comma 2, l. fall., e l'attestatore non si sia espresso sulla quantificazione dei flussi ricavabili nello scenario alternativo concretamente praticabile.
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