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Giurisprudenza commentata |
Diritto di voto dei creditori postergati
Tribunale di Milano
Nell’ambito della procedura di concordato preventivo i creditori postergati in forza del disposto dell’art. 2467 c.c. ovvero di un accordo di postergazione volontaria sono privi del diritto di voto, sicché la classe dagli stessi formata è dotata di carattere meramente apparente, potendo essere considerata tale esclusivamente sotto il profilo descrittivo.
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Condizioni di ammissibilità della proposta concordataria e concordato con parziale cessione dei beni
Tribunale di Torino
È inammissibile la proposta di concordato preventivo che sia presentata in forza di una delibera del consiglio di amministrazione indeterminata quanto alle condizioni del piano concordatario, atteso che ai sensi dell’art. 152, comma 2, l. fall., richiamato dall’art. 161, comma 4, l. fall., la proposta e le condizioni del concordato delle società devono essere deliberate dagli amministratori. La delibera del consiglio di amministrazione indeterminata in relazione alle condizioni del piano concordatario è insuscettibile di essere integrata ai sensi dell’art. 162 l. fall., posto che tale norma consente al Tribunale solamente di richiedere integrazioni del piano e non delle condizioni di proponibilità della domanda.
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Inesperibilità dell’azione revocatoria verso un altro fallimento
Cass. Civ.
Non è ammissibile un'azione revocatoria, ordinaria o fallimentare, nei confronti di un fallimento, stante il principio di cristallizzazione del passivo alla data di apertura del concorso ed il carattere costitutivo della predetta azione; il patrimonio del fallito è, infatti, insensibile alle pretese di soggetti che vantino titoli formatisi in epoca posteriore alla dichiarazione di fallimento e, dunque, poiché l'effetto giuridico favorevole all'attore in revocatoria si produce solo a seguito della sentenza di accoglimento, tale effetto non può essere invocato contro la massa dei creditori ove l'azione sia stata esperita dopo l'apertura della procedura stessa. (Fattispecie relativa ad azione proposta dal curatore del fallimento di una società nei confronti di altra società fallita e volta alla dichiarazione di revoca di pagamenti fatti da una prima società alla seconda allorché entrambe erano ancora in bonis e alla pronuncia di condanna alla restituzione della corrispondente somma).
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Omologazione di concordato per cessione dei beni e nomina del liquidatore
Tribunale di Catania
Nel concordato per cessione dei beni la nomina del liquidatore non può competere alla società proponente, dal momento che il potere di revoca del liquidatore, riconosciuto al tribunale dal combinato disposto di cui agli artt. 182, comma 2, l. fall. e 37 l. fall., presuppone quello di nomina.
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Il contrasto in Cassazione sulla fattibilità del concordato preventivo: una novità (positiva) che rende necessario l’intervento delle SSUU
Cass. Civ.
Il concordato preventivo non è un contratto di diritto privato, difettandone l’elemento fondamentale della volontà concorde di tutte le parti interessate, destinatarie dei relativi effetti.
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Gruppi di imprese e scissione degli accordi di ristrutturazione
Tribunale di Monza
Poiché il legislatore non ha disciplinato il fenomeno degli accordi di ristrutturazione di gruppo, deve ritenersi che ciascuna società del gruppo medesimo sia tenuta a presentare un autonomo ricorso per omologazione, basato su un altrettanto autonomo piano industriale, ed accompagnato da un’autonoma relazione del professionista.
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